Alla fine degli anni ‘60 un gruppo di psicoanalisti iniziò a riunirsi attorno a Francesco Corrao per approfondire, sulla scia del pensiero teorico-clinico di Bion, sia il pensiero psicoanalitico nei suoi aspetti più innovativi, sia lo studio del gruppo in ogni sua applicazione.
Corrao iniziò a condurre i primi gruppi a funzione analitica nei primi anni ‘70, a Roma e a Palermo dando, così, impulso a una vivacissima attività di ricerca e a diverse esperienze attorno alla teoresi bioniana e in particolare sulla sua teoria del piccolo gruppo analitico.
Nel 1977 Bion venne a Roma e tenne dei Seminari che rappresentarono per la psicoanalisi italiana un momento creativo ed evolutivo rispetto alla ricerca avviata intorno al suo pensiero teorico-clinico. Negli anni successivi Bion tenne dei seminari e delle supervisioni anche negli Stati Uniti e in America Latina dove è presente una ricca ricerca intorno al suo pensiero.
Il Pollaiolo
In Italia, Il Pollaiolo di Roma è stato il primo gruppo ad avviare l’approfondimento teorico-clinico rispetto alla psicoanalisi di gruppo. Attraverso il modello bioniano dei gruppi, furono organizzati laboratori di pensiero, definiti spontaneamente “gruppi esperienziali”, capaci di sviluppare la creatività euristica in una dimensione di “apprendere dall’esperienza” all’interno di un contesto analitico nuovo.
L’originale capacità di apertura a una nuova esperienza è stata confermata dal fatto che al Pollaiolo i partecipanti ai gruppi esperienziali, condotti da Corrao a partire dal 1972, erano non solo analisti, psicologi, psichiatri, insegnanti ma anche artisti, matematici e filosofi, evidenziando un’ottica interdisciplinare che andava a caratterizzare la ricerca intorno al pensiero bioniano.
I Centri Ricerche Psicoanalitiche di Gruppo
Nel frattempo, l’attività di approfondimento sul gruppo in tutte le sue accezioni tecniche, teoriche, terapeutiche ed applicative trovò una sua istituzionalizzazione con la fondazione dei Centri Ricerche Psicoanalitiche di Gruppo dapprima a Roma e a Palermo, poi a Milano e a Catania.
L’evoluzione della ricerca portò con sé l’aumento del numero dei partecipanti e dei gruppi in diversi contesti: sociali, sanitari e accademici, e nel 1991 venne fondato l’Istituto Italiano di Psicoanalisi di Gruppo, di cui Corrao è stato Presidente fino al 1994, anno della sua morte.
La Scuola di Specializzazione
I cambiamenti sociali e culturali, che intorno alla fine degli anni ’80 hanno regolamentato il lavoro degli psicologi e la psicoterapia, hanno attivato un processo di trasformazione per cui la formazione degli psicoanalisti di gruppo doveva situarsi tra la società psicoanalitica, le leggi dello Stato italiano, la cultura del tempo e le condizioni sociali; tutto ciò portò, nel 1994, alla costituzione della Scuola di Specializzazione dell’IIPG riconosciuta dal M.U.R. (all’epoca MURST).
Francesco Corrao fu il primo psicoanalista a diffondere in Italia il pensiero bioniano intuendo il potenziale euristico delle teorie di Bion in un periodo di grandi cambiamenti nella politica, nella società e nel mondo scientifico. Corrao è stato presidente della Società Psicoanalitica Italiana dal 1969 al 1974, era una persona molto colta, con una grande passione per la cultura e la filosofia dell’antica Grecia, la linguistica, la letteratura. Ispirandosi all’opera di Bion condivideva la necessità di fornire alla psicoanalisi una struttura e un metodo epistemologico capaci di evidenziare la specificità della psicoanalisi e di attivare il dialogo e il confronto.
I Gruppi di modellizzazione
L’IIPG ha proseguito così nella ricerca scientifica delle teorie bioniane grazie a uno sviluppo multiforme di esperienze di attivazione e gestione dei gruppi attraverso i cosiddetti gruppi di modellizzazione nati come incontro di riflessione e condivisione della ricerca teorico-clinica tra psicoanalisti. Nei gruppi di modellizzazione a turno tutti i partecipanti presentano i resoconti sulle attività di gruppo affinché il lavoro di condivisione permetta di ri-espandere, amplificare, sezionare e trasformare condividendo le risonanze vive e le associazioni di tutti i partecipanti al gruppo.
Questo tipo di gestazione emotivo/cognitiva e teorico/clinica amplifica la capacità di indagine analitica del gruppo e produce quindi epifanie di metafore e nuove idee utili ad ampliare i “limiti” di “comprensione” del materiale clinico della seduta di gruppo. Il termine “modellizzazione” dal punto di vista teorico può quindi essere visto come qualcosa che consente di estrarre, valorizzare e inserire in un modello in evoluzione quegli elementi espliciti e impliciti che ciascun analista porta al gruppo attraverso la narrazione. In questo senso il gruppo di modellizzazione risulta essere uno spazio sincretico dove si possono confrontare diversi stili, modelli, teorie in un’ottica di ricerca scientifica tuttora in corso all’IIPG.